giovedì 26 aprile 2012

Gita sui Castelli: Taverna Mari

Dopo tanta pioggia, un po' di sole, anticipo dei prossimi 10 giorni di caldo africano (almeno cosi' citano le previsioni). Pianificavo un pranzo ristoraratore, da qualche giorno zero voglia di cucinare.
Dopo un po' di ricerche e pensieri, scelgo di seguire la recensione di Luciano Pignataro su Taverna Mari a Marino (http://www.lucianopignataro.it/a/marino-taverna-mari-ovvero-quante-buona-lamatriciana-della-signora-iole/38686/). Io e mia moglie amiamo i posti che ruotano intorno alla cuoca e famiglia. Chiamo il giorno prima per prenotare e scopro, tra l'altro, che si sono appena trasferiti a Grottaferrata, scoprirò il giorno dopo il perche'.

Iniziamo a prenotare per 4, ma mancano ancora 24 ore, per cui all'avvicinarsi della gita gli amici si aggiungono, alla fine saremo 11, ma il mio interlocutore non si scoraggia, e riorganizza con costanza il costante cambiare del numero (nonostante scopriremo che erano decisamente pieni).

Arriviamo verso le 13, il ristorante si presenta decisamente ben equilibrato, elegante, pur mantenendo una piacevole sensazione di ristorante familiare. Un carinissimo dehors primaverile/estivo e' il motivo per cui si sono trasferiti, ma c'e' ancora troppa brezza. Insomma siamo ben predisposti e a questo punto definitivamente affamati.

Ci affidiamo a mani giunte (quasi in segno di preghiera) al padrone di casa, che ci portera' antipasto per 11 (siamo 6 adulti e 5 ragazzi). Antipasto misto che sembra non finire piu': prosciutto crudo non industriale, salame in versione sia dolce che piccante, bruschette, lonza, zuppa di fagioli, trippa, fritattine di zucchine, fritti vegetali, melanzana alla parmigiana "povera" (straordinaria). Insomma siamo appena arrivati e gia' urliamo di piacere, rosso della casa (cosi' cosi', anzi scarso), bianco della casa (buono, decisamente fresco e piacevole). Le bottiglie esposte comunque sono tutte di qualita', spicca un Dives di Marcella Giugliani, vino tanto raro, quanto straordinario soprattutto nel rapporto qualita' prezzo.

Oramai Fabrizio ci ha domato come si fa con i cavalli selvaggi, non pretendiamo piu', semplicemente ci facciamo portare. Concordiamo per due assaggi di primi (le porzioni saranno piu' intere che meta' in verita'): il primo e' una strepitosa fettuccina con fave, guanciale e pecorino, manca solo l'applauso, semplicemente straordinaria, il secondo e' la decantata amatriciana, rigorosamente in versione bucatino. Indubbiamente l'amatriciana e' buona (mia moglie mi commentera' che la mia e' meglio, ma questa e' un'altra storia........), buon equilibrio di condimento e cottura della pasta. L'unica negativa e' che il primo assaggio era straordinario, quindi il sugo rosso scompare nel confronto. Comunque una delle migliori amatriciana mangiate fuori casa. Rinunciamo ai secondi, ma ognuno prende un contorno diverso, molto buona l'insalata condita a "puntarelle" e i ramoracci con le patate (io non sapevo cosa fossero i ramoracci e sono stato illuminato dal padrone di casa, dal titolo ogni tanto ne scopro una).
A questo punto siamo decisamente pieni, io opto per la millefoglie sbriciolata con le fragole, la mia amica Cinzia per il tiramisù, entrambi straordinari. Ora siamo soddisfatti..............il Napoli tra l'altro vince, penso cosa si possa volere di piu' dalla vita.
Grappe ed amari offerti, conto molto leggero, inferiore ai 25 euro a persona (bevuto anche in quantita' superiore al consentito)






Bella esperienza, da ripetere, fatta anche foto con la mamma cuoca. Scoprire un posto buono a meno di 30 km da casa, e' sempre bello, soprattutto per una citta' come roma che rischia sempre di essere scontata e scarsa nella proposta di ristorazione.

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